FUORI DITTE E CONSULENTI DAL MAE

Roma -

RIPRENDIAMOCI I NOSTRI POSTI

Da qualche tempo gli articoli di giornale riportano, a ritmo incalzante, grandiosi "propositi" di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, di razionalizzazione e contenimento della spesa. La prima soluzione è tagliare i posti e mandare a casa i lavoratori ministeriali. RdB Farnesina ritiene che il problema  non sono i dipendenti “fannulloni” ma i dirigenti incapaci di gestire risorse e personale i quali, se lavorassero  nel privato, pagherebbero di tasca propria e sarebbero i primi ad essere rimossi. Se la Fiat  non vende le auto la responsabilità è solo ed in primis degli operai alla catena di montaggio?!?

Consulenti di lusso, amici degli amici e giovani precari senza padrini

Nessuno parla della crescita esponenziale dei consulenti e dei contratti d’oro alle ditte esterne anche qui al MAE. Senza dubbio la Pubblica Amministrazione deve potersi avvalere della possibilità di acquistare beni e servizi sul mercato quando non ha la possibilità di utilizzare le strutture e le risorse interne. Tutti sappiamo però che non è così. Negli ultimi cinque anni la nostra Amministrazione ha aumentato in misura abnorme gli incarichi a ditte esterne e consulenti per lavori che da sempre erano ordinariamente svolti da personale di ruolo con piena soddisfazione di tutti. Esperti e consulenti vari hanno sostituito il personale di ruolo nei suoi compiti specifici con costi in media dieci volte superiori, a parità di lavoro svolto. Frustrazione e demotivazione  sono il prodotto inevitabile del dilatarsi di questo nuovo sistema per privatizzare gli utili e far pagare a Pantalone i costi.

Dietro la facciata legale la durissima realtà quotidiana

RdB Farnesina è convinta che il precariato serve a sostituire persone assunte con pubblico  concorso e quindi garanti di imparzialità e di rispetto dei principi costituzionali con persone che devono ringraziare quasi quotidianamente i loro “patrones” a cui devono la paga mensile. Ai consulenti, “precari di lusso” creature dello spoil system, si contrappongono i precari che lavorano per le ditte esterne. Incertezza, salari bassissimi, garanzie nulle.  I precari che lavorano nel settore pubblico, e ce ne sono tanti anche nel nostro ministero, sono una piaga sociale di proporzioni inaccettabili per un paese  di “certa democrazia” e di sviluppo come l’Italia.

Restituiamo ai giovani  il Futuro

L’esperienza recente sta dimostrando che l’affidamento a società private degli incarichi si rivela un sistema efficace di elusione dei controlli. Senza la natura pubblica del rapporto di impiego cadono i presupposti per sanzionare quelli che a suo tempo furono i reati di Tangentopoli. Mobilitiamoci per difendere la sfortunata generazione che oggi costituisce l’esercito di riserva della manodopera a basso costo, sottoposta a ricatti di ogni specie. RdB Farnesina chiede l’integrazione dei giovani precari nel pubblico impiego. Dopo trent’anni di equilibrio nelle retribuzioni tra le varie carriere, con la riforma del 2000, anche qui da noi al MAE si è creata questa situazione di oggettiva ingiustizia e disfunzionalità: una massa sovrannumeraria di giovani ipergarantiti dagli automatismi di carriera dirigenziale, a fianco dei loro coetanei  precari a cui è stato rubato il futuro insieme ai loro sogni.