27 Gennaio 2012 - SCIOPERO GENERALE e Manifestazione nazionale a Roma. Contro il Governo Monti e contro questa Europa

L'USB, insieme ad altre sigle del sindacalismo conflittuale ed indipendente ha indetto lo sciopero generale per l'intera giornata del 27 gennaio.

Nazionale -

 

 

Uno sciopero che si rivolge a tutti i lavoratori del pubblico e del privato e che intende coinvolgere in una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma nella stessa giornata anche i pensionati, i disoccupati, i migranti e tutti coloro che intendono protestare contro le politiche del governo Monti.

 

Il “nuovo falso governo tecnico” che si sta muovendo in perfetta continuità con il precedente e con l'appoggio della maggioranza delle forze politiche di centro-destra e centro-sinistra in una indecente ammucchiata mai vista sino ad ora, è in realtà un “forte governo politico” che rappresenta e tutela i padroni, i ricchi, il ceto politico, le banche, la finanza internazionale e gli interessi di quella Europa che sta mettendo in ginocchio interi popoli del vecchio continente.

 

Non possono essere lette in altro modo le misure del governo Monti che ha confermato tutti i provvedimenti del suo predecessore Berlusconi ed ha affondato il coltello su pensioni, IVA, casa, servizi, welfare e potere d'acquisto dei salari, senza neanche toccare i grandi capitali e patrimoni che in questo paese sono per il 50% detenuti solo dal 10% della popolazione ricca.

 

Chiare le motivazioni dello sciopero che non possono essere racchiuse in un ambito  vertenziale di carattere prettamente sindacale, ma che colgono invece problematiche politiche generali, come del resto deve necessariamente fare uno sciopero generale:

 

-    contro il governo Monti che conferma le precedenti manovre, colpisce l'intero sistema pensionistico e il livello di vivibilità economica dei pensionati, riduce il potere d'acquisto dei salari attraverso l'aumento dell'IVA, dell'Irpef locale, dei ticket sanitari, delle accise sulla benzina e l'adozione dell'ICI sulla prima casa;

 

-    contro le politiche ispirate dall'unione europea  e condivise dai vari governi, che tutelano gli interessi del grande capitale bancario, finanziario ed economico, scaricando i costi della crisi capitalista sui lavoratori e sulle fasce di popolazione più disagiata;

 

-    contro le precedenti manovre del governo Berlusconi che complessivamente prevedono misure su licenziamenti, privatizzazioni e peggioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori privati e del personale del pubblico impiego e della scuola (anche con l'accorpamento selvaggio degli istituti), compresa la riduzione del personale, la cassa-integrazione, la mobilità obbligatoria, la possibilità di licenziare e il blocco dei contratti, contro la riforma scolastica del Ministro Gelmini;

 

-    contro le politiche del "piano Marchionne", le delocalizzazioni e la deindustrializzazione in atto, l'estensione dell'accordo Pomigliano in tutto il gruppo Fiat e nelle aziende metalmeccaniche collegate,  la cancellazione del contratto nazionale e la svolta autoritaria in atto nelle relazioni sindacali;

 

- contro il patto sociale e l'attacco ai diritti dei Lavoratori;

 

- contro l'accordo del 28 giugno 2011 tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, ratificato il 21 settembre scorso che ha aperto la strada all'art. 8 della manovra del governo e alla cancellazione dei contratti nazionali;

 

- per la piena applicazione delle misure di tutela su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

 

L'appello che quindi rivolgiamo, per primi ai lavoratori e alle lavoratrici, ai pensionati, ai disoccupati, ai precari, agli studenti e ai migranti è quello di scendere in piazza in uno sciopero generale e generalizzato che metta in discussione questo governo e l'Europa delle banche e della finanza e dica con forza che il debito che è stato generato dalle loro politiche noi non intendiamo pagarlo.

Ci rivolgiamo anche a tutte quelle organizzazioni e componenti sindacali, interne ed esterne al sindacalismo confederale e autonomo, che pur se con posizioni e storie diverse dalle nostre, intendono utilizzare la data del 27 gennaio per costruire una  giornata di lotta e di mobilitazione comune, uno sciopero contro il governo Monti e contro l'Europa delle banche e dei poteri forti.

L'avvicinamento alla data del 27 gennaio e la preparazione dello sciopero generale, a partire dal 15 dicembre, sarà colma di iniziative, di confronti, di assemblee su tutto il territorio nazionale, per costruire una scadenza che non potrà certo essere limitata ad uno sciopero e ad una manifestazione nazionale, ma dovrà rappresentare un momento di verifica e di lotta nell'ambito di una mobilitazione che è iniziata la scorsa estate e si preannuncia di lunga durata.