L'AMMINISTRAZIONE E IL FUTURO DELLA COOPERAZIONE ITALIANA ALLO SVILUPPO (D.G.C.S.) parte settima
Il giorno 16 giugno alle ore 08,45 presso la sala Onofri della DGCS l’Amministrazione ha divulgato una: Informativa su aggiornamento sulla situazione degli esperti - Riorganizzazione dell'UTC e degli uffici della DGCS. La riunione è stata presieduta dal Direttore Generale della DGCS Min. Elisabetta Belloni.
Anticipiamo sin da ora che l’incontro non ha dato nessuna risposta alle richieste del personale DGCS (ruolo e comandato), rappresentato da questa O.S. USB. L’Amministrazione, imperturbabilmente, ha mantenuto una posizione di chiusura dimostrando una sconcertante quanto preoccupante insensibilità verso le esigenze delle aree funzionali di ruolo del MAE e comandato da altre Amministrazioni dello Stato. Ricordiamo che il personale, riunito in assemblea il 24 maggio u.s., aveva presentato alla Dirigenza, per il tramite di questa O.S., una serie di domande su temi di primaria importanza per il funzionamento della DGCS e per il futuro professionale dello stesso personale. Tali richieste erano state rappresentate in un comunicato ad hoc.
Ci limitiamo pertanto a riportare soltanto gli ultimi aggiornamenti sulla situazione della DGCS. Per gli opportuni approfondimenti si rimanda alla lettura dei precedenti sei comunicati. Queste in sintesi le novità:
Un imprecisato numero di tecnici (architetti/ingegneri, economisti, agronomi, ecc,) di ruolo e comandato, principalmente di IIIa area, saranno trasferiti dalla UTC agli Uffici territoriali DGCS;
Un cospicuo numero di Esperti ex trentini, oggi UTC, che, ricordiamo, non sono tecnici (laurea in filosofia, scienze politiche, ecc.), diventati tecnici ope legis, saranno trasferiti presso la Unità Tecnica Centrale;
Le mansioni tecniche degli Uffici territoriali saranno trasferite in UTC.
Se qualcuno ancora ha dei dubbi sulle cause del malfunzionamento dell’Amministrazione pubblica e, magari, non crede alla massiccia, negativa, propaganda mediatica, questi fatti confermano due delle nostre maliziose ipotesi:
incapacità della classe dirigente nella ricerca di soluzioni innovative;
staticità del sistema normativo per la gestione efficiente del personale.
Né trova riscontro l’indicazione del D.G., vagamente contraddittoria, che nello staff meeting di lunedì 13 giugno 2011 raccomandava ai Capi struttura degli Uffici DGCS di dare un quadro accurato delle mansioni svolte da ogni singola unità di personale, richiamando la necessità, prevista dalla rilevante normativa, che le mansioni attribuite al dipendente siano conformi alla sua qualifica professionale. Rispetto a questo ultimo punto in particolare si rileva che, come segnalato ripetutamente da questa O.S. nei comunicati n. 4, n. 5 e n. 6, il personale di ruolo e comandato (c.a. l’80% del totale), è da molti anni (10/20) utilizzato dalla Amministrazione, con riconosciuta soddisfazione, negli ambiti tecnici e amministrativi della cooperazione come indicato dall’art. 12 della legge 49/87 e sulla base delle proprie competenze e titoli professionali. Tale personale è stato impiegato con successo in particolare nella gestione dei progetti di cooperazione in Italia e all’estero con notevole impegno economico della Direzione. Questo risulta particolarmente vero per il personale comandato da altre Amministrazioni dello Stato che, come sopra indicato, è stato richiesto dalla Amministrazione proprio in considerazione delle proprie specifiche competenze tecniche di settore (architetti/ingegneri, economisti, agronomi, contabili, informatici, ecc,).
Con questa dirigenza ormai siamo alla sperimentazione e applicazione di nuovi e inesplorati Kōan.
Come è possibile, dopo 10/20 anni di storia della cooperazione, di esperienza (tutta documentata e/o documentabile), richiedere che le mansioni attribuite al dipendente siano conformi alla sua qualifica professionale quando chi scrive sa bene che non esiste una qualifica professionale che comprenda tali mansioni?
A quale qualifica professionale appartiene o dovrebbe appartenere il personale di supporto tecnico-amministrativo (art. 12 legge 49/87) che per tanti anni ha svolto attività non contemplate dai mansionari del MAE?
Né si pensi di sanare, tout court, una situazione che richiede, evidentemente, una riflessione storicamente completa e condivisa sulla totalità dei problemi della DGCS.
Si consideri anche il momento particolarmente critico per il paese che impone scelte oculate e in armonia con il resto della P.A.. Se, ad esempio, le retribuzioni delle Aree Funzionali del MAE e dei dipendenti pubblici in generale si aggirano sui 1.200/1.300 Euro mensili, l’operazione di avvicendamento evocata dalla Amministrazione prevede l’utilizzo del personale Esperto UTC (art. 12 legge 49/87) con retribuzioni che vanno dai 60.000 agli 85.000 Euro/annui. Il personale esperto, oggi in via di stabilizzazione, percepirà gli emolumenti indicati ripartiti su tre livelli stipendiali: 60.097 Euro; 73.300 Euro e 85.000 Euro.
Per completezza di informazione si aggiunga che in DGCS prestano servizio anche 13 consulenti e un imprecisato numero di esperti esterni in missione all’estero con retribuzioni dell’ordine di 300/400 Euro al giorno (l’indennità di missione varia a seconda del paese e della esperienza). Naturalmente alcuni di questi sono ex Esperti UTC, ultra sessantacinquenni, che oggi usciti dalla porta rientrano dal portone.
In ultimo chiediamo cortesemente di conoscere nel dettaglio il significato della asserzione del D.G. che nel corso della riunione ha affermato di “… aver perso rispetto alle richieste formalizzate dalla Direzione in merito alla modifica dell’art.12 della legge 49/87 in cui veniva richiesto di stralciare il termine – di supporto – dal testo di legge”.
Rispetto a tali affermazioni, in particolare, gradiremmo gentilmente di disporre di tutte le attestazioni formali del caso (testo originario presentato di modifica della legge, eventuali emendamenti, testo emendato, verbali, relazioni, ecc.).
Tale richiesta è stata formalmente inviata alla D.G. con lettera (allegata).
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