L'AMMINISTRAZIONE E IL FUTURO DELLA COOPERAZIONE ITALIANA ALLO SVILUPPO (DGCS) parte tredicesima

Allegato: articolo pubblicato sul Manifesto del 08/04/12 “La Cooperazione non riformata, nonostante Riccardi”.

Nazionale -

 

Un primo (modesto) obiettivo è stato raggiunto. Il rapido incombere e la portata degli eventi che coinvolgono la Cooperazione tra cui la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 aprile u.s. hanno fatto uscire tutti gli attori allo scoperto. Oggi tutte le posizioni in campo sono finalmente chiare e esplicite.


I sindacati:

Ad eccezione della USB sono unanimemente schierati per difendere il MAE dalle presunte minacce esterne al momento rappresentate dal neo Ministro per la Cooperazione Internazionale A. Riccardi. A questo proposito è chiarificatore il telegramma inviato il 22 marzo u.s. da una O.S. al Pres. del Consiglio M. Monti. In questo documento è apertamente esplicitata la preoccupazione e la contrarietà verso il menzionato provvedimento di avvalimento del 6 aprile 2012 che conferisce competenze di cooperazione al neo Ministro. Sulla stessa linea sono allineate quasi tutte le OO.SS.. Tuttavia ciò che più colpisce è il vuoto di argomentazioni a sostegno delle tesi sostenute e nella contrarietà all’attribuzione di competenze al neo Ministro. Quali competenze dovrebbe avere un Min. della Cooperazione se non quelle di Cooperazione?



L’Amministrazione:

Di differente tenore ma non differente sostanza è la posizione dell’Amministrazione che argomenta le ragioni delle difficoltà di ogni eventuale movimento di competenze con ricchezza di contenuti. La principale tesi che viene sostenuta è il possibile conflitto con la Legge 49/87 che già regolamenta le attività di cooperazione. A questo proposito l’Amministrazione indica l’opportunità di riformare al più presto la Legge 49/87 oggi nuovamente in discussione al Senato.



La posizione della USB è molto semplice. Riteniamo che l’unico vero interesse di tutti sia meramente il funzionamento della DGCS. La DGCS è composta da strutture (fisiche, amministrative e organizzative) e soprattutto dal suo personale. È da questa basica considerazione che dovrebbe prendere il via ogni riflessione. In quest’ottica appare irrilevante il nome o il logo dell’azienda.


La funzionalità della DGCS è il risultato del servizio di c.a. 300 persone (per il 20% personale esperto ex art.12 l.49/87 e per l’80% personale di ruolo del MAE e personale in posizione di comando da altre Amministrazioni dello Stato).


La Cooperazione Italiana allo Sviluppo è una Direzione Generale del MAE e in quanto tale il suo personale è legato alle normative contrattuali e operative del Ministero degli AA.EE.. Tuttavia le funzioni che questo personale ricopre per via soprattutto della particolarità delle materie trattate e in ossequio all’art. 2 della legge 49/87 richiede una dose notevole di specifica professionalità. Tali profili professionali sono disegnati secondo le esigenze del MAE e non sono funzionali alle richieste della legge 49/87 art. 2. Ne consegue che nella DGCS (formalmente) non c’è tra le aree funzionali di ruolo e comandato personale qualificato e formato secondo i criteri della legge 49/87. Tale personale però, in servizio da molti anni nella DGCS (10/20 e più), ha acquisito una specifica professionalità.



La specializzazione e la preparazione tecnica sui temi della Cooperazione acquisite negli anni non hanno trovato e non trovano adeguata corrispondenza nel livello e nel relativo profilo professionale a loro attribuito. Tale circostanza, evidentemente, per quanto riguarda il personale comandato non ha rappresentato neanche il riconoscimento della piena titolarità di dipendenti MAE. Ricordiamo anche che questo personale è contrattualizzato nella Pubblica Amministrazione e, ove compatibile, titolato alla attribuzione della responsabilità del procedimento Amministrativo.



Considerato quanto sopra non sembra al momento ipotizzabile una qualsivoglia riflessione sulla Cooperazione senza tenere nella giusta considerazione le effettive realtà operative e professionali di tutto il personale.



Inoltre, per finire, come indicato dal. Min. Terzi nel corso dell’incontro tenuto con le OO.SS. il 5 aprile u.s., la Cooperazione Internazionale si è rivelata essere, soprattutto negli ultimi anni, un importante elemento della politica estera del paese. Coerentemente a questo assunto, affinché la DGCS risulti realmente credibile nel rivendicare questa prerogativa appare necessario rispondere alle attuali sollecitazioni esterne con soluzioni organiche e di più ampio respiro (quindi credibili) che, affrontando la totalità dei problemi, possano utilizzare e valorizzare tutte le eccellenze (professionali e organizzative) presenti.



Indichiamo ancora una volta la necessità di individuare internamente al MAE una soluzione d’insieme per la Cooperazione Italiana che consideri il riconoscimento della professionalità di tutto il personale della DGCS.