SEGUITI DELLA SPENDING REVIEW: un altro punto di vista.

Nazionale -

Con il pretesto di evitare l’aumento dell’IVA che avrebbe di per sé effetti irrimediabilmente depressivi sull’economia, il Governo e Cgil-Cisl-Uil-Ugl hanno delineato i tagli per trovare risorse fra i 5 e i 10 miliardi di euro.


La spending review, spacciata come il rimedio a tutti i mali, aprirà per milioni di lavoratrici e lavoratori un drammatico orizzonte, fatto di esuberi, mobilità, licenziamenti e ulteriori tagli alle retribuzioni e ai pochi diritti rimasti, mentre allo Stato Sociale verrà assestato un colpo mortale.

La spending review ha già mostrato il suo vero volto con l’emanazione del decreto legge n. 87/2012 che dimezza le amministrazioni del comparto fiscale, avvia la chiusura di centinaia di uffici e rende chiara la volontà effettiva di questo governo di far pagare le tasse solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, mentre ad esempio non si occupa di Equitalia che è una società privata che lucra sulla riscossione dei tributi.

In continuità con tutte le iniziative di lotta e mobilitazione di questi mesi, incluso lo sciopero generale del 22 giugno scorso, USB Pubblico Impiego sta dando una risposta immediata al decreto legge n. 87/2012 già questa mattina con un presidio ed un’assemblea pubblica convocati a Piazza di Monte Citorio dalle 11 alle 14. Da questa piazza verrà lanciata la giornata nazionale di mobilitazione del 6 luglio, che coinvolgerà le lavoratrici e i lavoratori pubblici e gli utenti dei servizi proprio a partire dai luoghi di lavoro, diventati il primo immediato bersaglio dei tagli che il governo ha già deciso e si appresta a inasprire ulteriormente.


Per avere una posizione informata e indipendente circa le rivendicazioni di queste settimane è opportuno approfondire alcuni aspetti del contesto politico/sindacale di riferimento e della particolarissima situazione del nostro Ministero.


Lo scenario:

Tutto ha inizio con la liquefazione del Governo di centro-destra. La fine dell’esecutivo coincide (non casualmente) più o meno con la famosa lettera segreta inviata dalla Bce al Governo italiano il 5 agosto 2011. È un momento simbolicamente importante per il paese. Per la prima volta un Organismo non nazionale impone ad uno Stato Sovrano delle misure di austerità e, di fatto, ne delinea la linea politica da adottare. È la fine della sovranità nazionale. Da allora in poi tutto sarà possibile. Sobrietà, rigore, austerità, povertà, sacrifici ecc., saranno gli aggettivi più usati dai media nazionali da quel momento ad oggi.

Contestualmente prende vita il Governo tecnico e nasce la stella di Monti. Il rigore, la messa in sicurezza dei conti dello Stato e la necessità di fare sacrifici vengono (misteriosamente) unanimemente accettati e condivisi. Il resto è storia recente che porta il nome di riforma del mercato del lavoro e, in seguito di spending review.


Il sistema dei sindacati

La connessione con il sistema politico e la commistione con l’esecutivo sono ben note a tutti. Poco o nulla è stato fatto da CGIL, CISL e UIL per arginare l’ondata punitiva verso lo stato sociale e quel poco di welfare che ancora rimane nel paese. Le politiche sindacali dell’ultimo anno, miseramente, registrano il tiepido o nullo contrasto nei confronti del blocco della contrattazione nella P.A. e la complicità mascherata nei confronti della riforma Brunetta.

La sottoscrizione del protocollo sul lavoro pubblico del 3 maggio 2012 da parte di CGIL, CISL, UIL e UGL sancisce definitivamente la fine del sindacalismo come strumento democratico di resistenza e opposizione per favorire un modello di sindacato cogestore dei provvedimenti governativi che in questo caso si chiamano: tagli alla spesa pubblica e messa in esubero-mobilità-licenziamento dei pubblici dipendenti. Con il protocollo del 3 maggio 2012 viene definitivamente accolta la licenziabilità (anche illegittima) dei dipendenti pubblici. L’accordo prevede infatti di “… rafforzare i doveri di stabilità in caso di licenziamento illegittimo”. Garanzie di stabilità non necessariamente equivalgono a reintegro, o no?. Va precisato che al momento non è stato raggiunto il consenso sulla legge delega che dovrà recepire il protocollo e che vengono da più parti (Min. Fornero) invocate misure ancora più punitive nei confronti del comparto pubblico.

Infine è importante sapere che il comma 4 del protocollo, nel capitolo denominato un nuovo modello di relazioni sindacali, parla del “coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nei processi di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni (ad esempio spending review)”. Vera merce di scambio dell’esecutivo per ottenere il consenso delle parti sociali.


L’Amministrazione del MAE

L’Amministrazione si trova tra l’incudine e il martello. Da una parte la volontà di mantenere in piedi i tradizionali, amichevoli, rapporti sindacali e dall’altra la necessità di fare i conti con le attuali limitatezze economiche.

La situazione consiglierebbe (secondo l’Amministrazione) una progressiva parziale sostituzione di posti funzione all’estero. Ma la limitazione dei trasferimenti di personale ha un prezzo elevato in termini di buone relazioni sindacali.


Le indicazioni per una progressiva, parziale sostituzione di posti funzione delle aree funzionali con contrattisti emerge dalla relazione di una commissione esterna voluta dal Ministro Terzi. Tale commissione ha prodotto l’ormai famoso documento (anche questo, come quello della Bce, in un primo tempo segreto) che delinea le linee generali della revisione della spesa (spending review) per i prossimi anni.

Questo master plan, come noto, ha scatenato l’ira (giustificata) delle OO.SS.. Tuttavia è simpatico notare che a far parte della commissione ci sono illustri esponenti parlamentari a loro stessi attigui. Qualche fischiatina in casa propria forse tornerebbe utile a tutti.


Il nostro punto di vista

A seguito del blocco del turn over e della progressiva riduzione degli organici del MAE i posti disponibili presso le nostre rappresentanze diplomatiche diminuiscono costantemente e proporzionalmente.

Posti pubblicati 2009 180

Posti pubblicati 2010 175

Posti pubblicati 2011 129

La tendenza, prevedibilmente, in mancanza di una presa di posizione politica e sindacale generale, univoca e coerente, rimarrà la stessa (con o senza commissione spending review).


Concludendo. La situazione è grave e come tale andrebbe affrontata. Siamo tutti consapevoli delle difficoltà che ci troviamo ad affrontare e crediamo che, per questo, si debba definitivamente voltare pagina. Confidiamo nella responsabilità di tutti per una reale, obiettiva, analisi e valutazione delle inefficienze della P.A.. Auspichiamo pertanto che vengano individuati gli opportuni correttivi normativi e strutturali finalizzati a liberare tutte quelle risorse che decenni di immobilismo opportunistico hanno soffocato.

Anche al MAE speriamo in una generale assunzione di responsabilità e chiediamo all’Amministrazione uno slancio innovativo per rimuovere tutte le difficoltà che hanno impedito, con la complicità di parte delle OO.SS., alla macchina di marciare efficacemente.



CONTRO LA RIFORMA DEL LAVORO E L’INTESA SUL PUBBLICO IMPIEGO FIRMATA DA CGIL, CISL E UIL

UNIFICHIAMO L’OPPOSIZIONE SOCIALE DEL LAVORO PUBBLICO, DEL PRIVATO E DEI CITTADINI CONTRO LO SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI PUBBLICI

E DELLO STATO SOCIALE