L'AMMINISTRAZIONE E IL FUTURO DELLA COOPERAZIONE ITALIANA ALLO SVILUPPO (D.G.C.S.) parte quinta
Brevissimo riassunto delle puntate precedenti:
Cooperazione parte prima
La USB ha evidenziato alcune criticità, soprattutto economiche, della DGCS ed ha sottolineato l’importanza di affrontare i problemi della Cooperazione tenendo conto della particolarità e della complessità di questa Direzione Generale.
Cooperazione parte seconda
L’Amministrazione ha proposto alcune modifiche all’art 12 della legge 49/87 nella direzione del riconoscimento della professionalità e della specificità del personale in servizio presso la DGCS. In particolare l’Amministrazione ha proposto di eliminare il vessatorio e vagamente razzista termine “di supporto” attribuito al personale in servizio presso la UTC/DGCS riconoscendone la piena titolarità del servizio in Cooperazione.
Cooperazione parte terza
L’Amministrazione riferisce che, per via dell’opposizione delle OO.SS. confederali, ha ritirato la proposta di modifica dell’art. 12 legge 49/87 per la parte elativa al personale comandato da altre Amministrazioni e di ruolo MAE.
Cooperazione parte quarta
La USB ha ribadito la necessità di individuare soluzioni organiche per la DGCS, a cominciare dal riconoscimento della professionalità del personale comandato da altre Amministrazioni dello Stato e di ruolo MAE che da molti anni svolge funzioni importanti relative alla gestione dei progetti di cooperazione per conto della P.A.
Ultimi sviluppi:
Il giorno 8 marzo alle ore 15,00 presso la sala “Briefing” della DGCS la scrivente O.S. USB ha partecipato ad una riunione presieduta dal Vice Direttore DGCS Min. Barbara Bregato per la divulgazione di una “informativa su esperti UTC”. L’incontro ha rappresentato l’occasione per comunicare alle OO.SS. la definitiva approvazione del Decreto Missioni (primo semestre 2011). Ricordiamo che all’interno di questo dispositivo legislativo (il Decreto che semestralmente disciplina le Missioni di pace italiane all’estero, comunicato con Appunto MAE 0373829 del 15 novembre 2010) l’Amministrazione ha proposto un riassetto organizzativo della Cooperazione. Le richieste hanno riguardato aggiustamenti alla legge 49/87 (la legge che disciplina la Cooperazione Italiana allo sviluppo) con modifiche agli artt. 12 e 13. Le modifiche a questi articoli della legge
prevedono che 18 unità a contratto in servizio presso la DGCS (i cosiddetti trentini) mutuino le caratteristiche degli esperti UTC (art. 12 legge 49/87) compresa la possibilità di svolgere le mansioni di Direttore presso le Unità Tecniche Locali (UTL).
Queste figure professionali sono previste dalla legge 49/87 all’art. 16 nel numero di 30 unità. Oggi il numero è sceso a 18. Il provvedimento, secondo l’Amministrazione, intende rispondere all’esigenza di rinforzare il contingente in servizio presso la cooperazione in un momento di scarsità di risorse economiche. Sempre secondo l’Amministrazione, tali ristrettezze finanziarie, che interessano praticamente tutti i capitoli di spesa della DGCS, pregiudicherebbero anche la possibilità di bandire nuovi concorsi per esperti UTC.
L’incontro ha anche evidenziato che uno dei capitoli di spesa che ha subito i maggiori tagli è stato il 2153, il capitolo con il quale vengono pagati gli stipendi degli Esperti UTC e del personale di ruolo e/o comandato in servizio all’estero presso le UTL.
Le discussioni hanno poi riguardato le modalità da adottare per rendere operativo il provvedimento. L’Amministrazione ritiene di dover dare seguito quanto prima al Decreto, senza esitazioni. Due ore dopo la fine dell’incontro è stato diramato un comunicato che dava mandato ai vari Uffici della DGCS per l’applicazione del provvedimento.
Questa O.S. USB, con grande imbarazzo, ancora una volta, denuncia la distorsione della rappresentazione della DGCS che emerge nei vari tavoli a cui, sgomenti, partecipiamo. Crediamo, infatti, che quando si parla di un insieme complesso e organico come un’organizzazione (la cooperazione ne è un esempio) non sia possibile prescindere dalla totalità degli elementi che la compongono.
Nella DGCS prestano servizio c.a. 300 persone di cui il personale esperto artt. 12 e 16 della legge 49/87 rappresenta, con circa 60 unità, il 20%. Il rimanente’80% del totale è composto da personale di ruolo del MAE e da personale in posizione di comando da altre Amministrazioni dello Stato. Tali figure professionali sono spessissimo impiegate nella gestione dei progetti di cooperazione. Questo risulta particolarmente vero per il personale comandato da altre Amministrazioni dello Stato che è stato richiesto proprio in considerazione delle proprie specifiche competenze di settore. Il personale comandato, in particolare, è stato richiesto dall’Amministrazione anche per far fronte, in virtù dei ruoli ricoperti nelle proprie Amministrazioni di appartenenza, alle carenze di organico nella DGCS.
Questa esperienza in cooperazione in molti casi è stata messa a disposizione dell’Amministrazione con parte del servizio prestato presso le UTL come esperti tecnico-amministrativi secondo quanto stabilito dall’art. 13 della L. 49/87. Ricordiamo anche ch tutto questo personale è contrattualizzato nella Pubblica Amministrazione e, ove compatibile, titolato alla attribuzione della responsabilità del procedimento Amministrativo.
A sostegno di quanto denunciato, ossia di una visione parziale e esperto-centrica della cooperazione, duole riferire che, a seguito della menzionata scarsità delle risorse finanziarie sul capitolo 2153, è stato recentemente richiamato a Roma tutto il personale di ruolo e comandato che prestava servizio presso le UTL.
Un comunicato sindacale di poche settimane fa (21 gennaio 2011), a conferma della denunciata visione esperto-centrica della cooperazione, recitava: “…. e nello stesso tempo non sorgano dubbi circa la possibilità che vi sia del personale, diverso dagli stessi esperti che, senza competenza ed esperienza specifica e tecnica nel settore, possa esprimere pareri sui progetti di cooperazione.” Questa O.S. USB, diversamente, sostiene che non si tratta di dubbi ma di certezze. E’ infatti certo che il personale di ruolo e comandato con competenza ed esperienza specifica e tecnica nel settore e, ove titolato a farlo, ha ricoperto e ricopre mansioni che riguardano in particolare la gestione dei progetti di cooperazione.
Invitiamo pertanto il personale della cooperazione a evidenziare la propria specificità nei confronti dell’Amministrazione, affinché questa non desista dalla ricerca di soluzioni nella direzione del riconoscimento della professionalità di tutto il personale in servizio presso la DGCS.
Oggi l’Amministrazione, dopo tanti anni, riconosce ai trentini alcune funzioni specifiche.
Perché al resto del personale no?
Potrebbe essere utile, ad esempio, l’istituzione di una specifica commissione finalizzata alla verifica della realtà operativa degli Uffici nella Direzione. Non crediamo sia sufficiente per la risoluzione dei problemi individuati, come anticipato da una O.S., la banale proposta di un organigramma virtuale, disegnato a tavolino, senza considerare due decenni di storia e di lavoro della cooperazione italiana. Si aprano gli armadi. Si dia conto della realtà, senza paure e ipocrisie.
Non è quindi possibile affrontare i problemi della cooperazione senza considerare questa Direzione Generale nella sua interezza e complessità. Soltanto un’analisi complessiva e soluzioni d’insieme possono individuare la strada maestra per migliorare la funzionalità della Direzione.
In conclusione, la USB ritiene che tutta la materia del riassetto organizzativo e del funzionamento della DGCS debba essere oggetto di una proposta complessiva di riforma della legge 49/87 che tenga in seria considerazione le necessità di tutte le categorie di personale che prestano servizio presso la DGCS da ormai molti anni, cominciando naturalmente dai problemi legati alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Tali interventi sono oggi urgentissimi e non sembrano più procrastinabili. Si consideri, in particolare, la prossima scadenza della proroga del contratto degli Esperti (artt. 12 e 16) anche in considerazione della situazione politica ed economica del Paese, dello scenario parlamentare, delle incomprensioni tra Ministri e Ministeri e il quadro è completo.
Una soluzione d’insieme, abbozzata nel corso della riunione, potrebbe essere quella di costituire un ruolo di Cooperazione così come avviene per gli Istituti italiani di cultura (legge 401/90) e/o più semplicemente quella di definire, nell’ambito della contrattazione di secondo livello, dei profili professionali specifici per la DGCS.
La scrivente USB ribadisce ancora le seguenti proposte:
costituire una “forma” di abilitazione alle funzioni di cooperazione per il personale che presta servizio nella DGCS. Potrebbe essere utile, a questo proposito, creare un profilo di cooperazione per la seconda Area e un profilo per la terza Area funzionale del MAE, ovvero un Decreto di 3° livello o più semplicemente un O.S del D.G. Che assegni funzioni e mansioni tecniche di Cooperazione al personale che presta servizio nella DGCS. Tale processo potrebbe costituire un’importante premessa per la realizzazione del menzionato specifico ruolo di cooperazione in analogia con l’Area della promozione culturale (Legge 401/90). Naturalmente tale “contenitore” rappresenterebbe anche la logica premessa per la stabilizzazione del personale esperto (Legge 49/87 artt. 12 e 16);
Immissione nel ruolo MAE/DGCS del personale in posizione di comando da altre Amministrazioni dello Stato in servizio presso la cooperazione.
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