Per un'Europa non dei popoli ma delle banche - Ratifica del Trattato di Lisbona, passo decisivo verso un governo unico mondiale?
Il 30.05.2008 il Parlamento italiano ha predisposto il disegno di legge che prelude alla ratifica del Trattato di Lisbona.
I Paesi europei che finora hanno superato il voto parlamentare di ratifica sono: Ungheria Slovenia, Malta, Romania, Bulgaria, Polonia ,Slovacchia, Portogallo,Austria,Lettonia, Lituania, Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo.
L’ Inghilterra ha optato per la clausola di astensioneche permette di salvaguardare il commun law.
Si deve constatare che, a poche settimane dalla ratifica in Italia, e a pochi mesi dalla sua entrata in vigore per tutta l’ Europa (1 gennaio 2009), la gran parte dell’ opinione pubblica non sa cosa sia questo documento che determinera’ una svolta nella politica europea (e mondiale).
Tenteremo in breve di illustrare in modo schematico alcune delle conseguenze legate alla sua entrata in vigore.
Il Trattato di Lisbona, nell’ intento dei suoi autori, dovrebbe sostituire la Costituzione Europea (formulata nel 2004 e bocciata nel 2005 dai referendum francese e olandese).
Il 25.03.2007, in occasione dei festeggiamenti a Berlino dei 50 anni dell’ Europa unita, e’ stata firmata una dichiarazione che prospettava una riscrittura della Costituzione basata sui dibattiti emersi nelle delegazioni dei Paesi durante la presidenza tedesca.
Il nuovo testo di documento riassume in 70 articoli, al posto dei 448 della Costituzione bocciata, le innovazioni necessarie alla riforma delle istituzioni europee.
Le innovazioni modificano sia il Trattato istitutivo della Comunita’ Europea (Roma 1957) sia quello istitutivo dell’ Unione Europea (Maastricht 1992).
Il Consiglio europeo di Bruxelles, ha sancito il rangiungimento dell’ accordo sul testo del trattato che e’ stato firmato a Lisbona (13.12.2007)con il nome (assai dimesso, se si paragona all’importanza delle modifiche introdotte) “ Trattato sul funzionamento dell’UE”.
Per inciso diciamo che gia’ in Germania, superata la fase dell’ approvazione al Bundesrat e Bundestag, il Presidente della Repubblica, pronto alla firma, e’ stato bloccato da almeno tre ricorsi presentati alla Corte Costituzionale dal Linkspartei (Partito della Sinistra), dal Partito Ecologista-democratico, da personalita’ quali il parlamentare bavarese Peter Gauweiler e il prestigioso costituzionalista, prof. Karl-Albrecht Schachtschneider, come pure da vari settori dell’ opinione pubblica, movimenti sindacali e il movimento antiglobalista Attac.
In Austria, in Francia, in Irlanda (che dovra’ a giorni esprimersi con un referendum) si sono tenute manifestazioni di protesta per la incostituzionalita’, anche per questi Paesi,della nuova normativa del Trattato.
Tutto cio’ avveniva nonostante quasi tutti i governi e i mezzi di comunicazione di massa, abbiano fatto di tutto per evitare che scaturisse sull’ argomento un dibattito pubblico che preparasse a un voto parlamentare consapevole e qualificato.
L’ illustre giurista prof. Giuseppe Guarino, in alcune interviste dei giorni scorsi, (tra cui al Sole 24 Ore (3.6.2008), ma soprattutto nel suo libro “Ratificare Lisbona?” ed. Passigli, sostiene, tra l’ altro, la incostituzionalita’ del Trattato di Lisbona almeno nell’ art.1 (sovranita’ appartenente al popolo) e art.11 ( ripudio della guerra come strumento di offesa e di risoluzione delle controversie internazionali e consenso alla limitazione di sovranita’necessaria, a condizione di parita’ con gli altri Stati).
Il Trattato di Lisbona aumentera’ i poteri straordinari della Commissione (organo che e’ gia’ il “ governo” dell’ Unione europea, con membri che, come per ogni esecutivo, non sono espressione di consultazioni elettorali).
Tali poteri straordinari riguardano soprattutto questioni di politica economica e di difesa.
In materia economica i burocrati della Commissione avranno titolo a bocciare qualsiasi misura decisa dai parlamenti o governi nazionali tesi a difendere economia occupazione, redditi, industria e soprattutto agricoltura (questo aspetto e’ stato sollevato dalla Lega, per ora unica voce fuori dal coro delle adesioni alla ratifica).
Nel nome del “libero commercio” e del “mercatismo” (come lo definisce il Min. Tremonti) la nuova Ue riformata e il WTO ostacoleranno ogni eventuale misura dei governi nazionali contro le speculazioni finanziarie su prezzi dell’ energia, delle derrate alimentari etc.
Si instaurera’ una vera e propria dittatura della Banca Centrale Europea che, formalmente, e’ un ente di diritto pubblico, ma nella sostanza, dominato dalle banche private. Se la BCE decide la politica monetaria e finanziaria, di conseguenza decide su tutta la politica economica europea.
L’ accordo celebrato in sordina tra Berlusconi e Veltroni ha sullo sfondo proprio la svendita della sovranita’ dell’Italia alle lobby finanziarie europee e mondiali.
Il prof. Guarino osserva giustamente che c’e’ differenza tra euromercato (nel senso di mercato europeo che e’ esistito, per definizione stessa, dalla fondazione della comunita’) e eurosistema (complesso delle istituzioni europee). L’ euromercato, per anni si e’ servito efficientemente di un minimo di sistema burocratico (si pensi agli anni ’60-’80).”L’eurosistema e’ una costruzione evidentemente oligarchica; al suo centro non e’ la Corte di Giustizia, tanto meno il Parlamento europeo o il Consiglio d’Europa. Il cuore e dominus della costituzione materiale europea, dei processi che si svilupperanno al suo interno, e’ la Banca Centrale Europea”
La ratifica del trattato da parte dei parlamenti degli Stati membri, in questa fase, (finche’ hanno potere reale), significa legittimare, per il futuro, il sistema oligarchico descritto.
“Il progetto”- scrive Ida Magli (“il Giornale” sabato 7.6.08) esula da qualsiasi concetto di politica”.
“Il Trattato di Lisbona e’ infatti una<visione del mondo> universale, …la forma piu’ assoluta di totalitarismo…e’ il passo fondamentale per giungere alla meta prefissata:il governo mondiale”.
Le religioni storiche , cariche della millenaria tradizione e diversita’ dei popoli insediati dentro i confini europei, saranno soppiantate da una sorta di nuova religione (tipo new age americana) nata dal sincretismo delle culture che dovranno –volenti o nolenti- smussare le differenze attraverso “il dialogo”. Dove cio’ non accadra’, subentreranno procedure coercitive del tipo di quelle varate negli USA dall’ attuale amministrazione Bush, che reprimeranno in modo conforme alla legge qualsiasi sommossa o insurrezione (le manifestazioni popolari, oggi, contro la Tav, le basi di Vicenza, etc. come saranno definite?), soprattutto in periodo di guerra. (La prevenzione al terrorismo in Iraq, Afganistan etc, e la fatidica data del settembre 2001, non ha determinato uno stato permanente di guerra difensiva?)
E qui passiamo all’ altro aspetto di cui si diceva all’inizio: le implicazioni importanti del Trattato di Lisbona in materia di difesa.
“La guerra preventiva e’ lo strumento principale di potere imperialisti per il dominio internazionale, ovvero, per il controllo e lo sfruttamento intensivo delle fonti di energia, delle risorse ambientali e del lavoro, sulla base della logica perversa della concorrenza per il profitto di poche classi privilegiate, provocando al distruzione delle condizioni di vita di intere popolazioni (da un volantino del Comitato No dal Molin).
Nel quadro di riforma delle istituzioni europee finora descritto, la Commissione puo’ decidere, senza sottoporle ad approvazione di organi legislativi nazionali, il potenziamento delle risorse militari messe a disposizione dai vari governi degli Stati membri per partecipare alla missioni internazionali (cosiddette) di pace, ma anche missioni offensive (a scopo “cosiddetto” preventivo).
Del resto il Segretario Generale della NATO, Jaap De Hoop Scheffer, nel presentare il piano di riforma del Patto che andrebbe di pari passo (guarda che coincidenza di tempi!) con l’ entrata in vigore del Trattato di Lisbona (1.1.2009) si e’ espresso senza reticenze sull’ intento di una militarizzazione dell’ Europa per servire utilmente gli interessi americani. “Sono convinto che prendere sul serio la riforma della Nato significa cercare maggiori sinergie con l’ Unione Europea”..”E’ assolutamente essenziale che la totalita’delle capacita’ che siamo capaci di generare da questo bacino di forze siano ugualmente a disposizione della Nato e della UE”.
Detto in altre parole, le forze armate dei Paesi cui verrebbero demandate le iniziative militari previsti dal Trattato, saranno automaticamente a disposizione della Nato, come dell’ Ue.
La Nato, da entita’ interstatale (alleanza di stati sovrani che comunque devono finora autorizzare tramite i propri parlamenti, la partecipazione e la quantita’ di risorse) diverrebbe organismo sopranazionale, cui i Paesi membri non potranno negare risorse, uomini, armamenti per qualsivoglia intervento bellico.
Anche in materia di difesa, la sovranita’ nazionale verrebbe totalmente annullata.
Per Ida Magli l’ entrata in vigore del Trattato di Lisbona sara’ un subdolo elemento di transizione a un progetto di governo unico mondiale, in quanto non rafforzera’ affatto una identita’ e una sovranita’ europea (il Parlamento europeo non ha alcun potere decisionale). Non sembrava questo (o ci siamo sempre sbagliati a interpretarlo?) il progetto iniziale di Adenauer, De Gasperi, Schuman, Spinelli.
09.06.2008 Renata Baldi - RdB Ministero Affari Esteri