L'Amministrazione ed il futuro della DGCS - parte III^
parte III^
Il giorno 18 gennaio alle ore 09.30 presso la sala riunioni della D.G.C.S. “Francesca Onofri” si è tenuto un incontro tra le OO.SS. ed il Direttore della D.G.C.S Min. Elisabetta Belloni per discutere delle proposte dell’Amministrazione relative alla riorganizzazione della Cooperazione allo Sviluppo. Tali proposte, come accennato nei precedenti comunicati, riguardano alcune modifiche alla legge 49/87, la legge che disciplina la D.G.C.S. L’Amministrazione, dopo il mancato accoglimento delle sue proposte all’interno del Decreto Missioni, ha ripresentato la modifica dell’Art 12 della legge 49/87 in sede di conversione in legge del menzionato D.L. (missioni). Ricordiamo che l’emendamento prevedeva un ampliamento delle categorie professionali che prestano servizio presso la D.G.C.S./UTC riconoscendo, finalmente, le funzioni di cooperazione anche al personale del MAE e ai Comandati da altre Amministrazioni dello Stato (dopo 23 anni dalla emanazione della legge 49). La versione presentata dall’Amministrazione eliminava infatti la anacronistica e vessatoria definizione “di supporto” attribuita al personale del Mae e Comandato da altre Amministrazioni dello Stato che prestano servizio presso la DGCS/UTC da - ricordiamo – in moltissimi casi più di 10/20 anni.
Purtroppo tali buoni propositi (dell’Amministrazione) non hanno avuto il meritato riconoscimento per via della posizione espressa dalle OO.SS. confederali, CGIL in primis. Tali OO.SS. hanno proposto di tornare alla versione originaria dell’art.12 senza, quindi, cambiare nulla, tutelando esclusivamente la categoria degli Esperti (artt. 12 e 16 legge 49/87).
La USB Esteri ha ripetutamente proposto nel corso della riunione che venisse stralciata dal testo la Tayloristica definizione “personale di supporto” che peraltro non trova riscontro nella normativa contrattuale in vigore al MAE e nella P.A. in generale. Se poi non si potesse fare a meno di usare tale appellativo crediamo che questo non possa essere in alcun modo attribuito a quelle categorie di personale (personale di ruolo MAE e Comandati da altre Amministrazioni dello stato) che fanno parte, a pieno titolo (contratto stabile con la P.A.), di una delle Direzioni Generali del Ministero degli Affari Esteri. Naturalmente, la USB ha anche chiesto che le proprie proposte venissero verbalizzate.
Ancora una volta ha prevalso la posizione di chi si adopera, spesso con ingegno e con astuzia (in questo caso sono stati presentati 2 emendamenti al D.L., uno dalla maggioranza e uno dalla opposizione che tutelavano esclusivamente la categoria degli Esperti artt. 12 e 16 L. 49/87), al solo fine di raggiungere un unico obiettivo: il mantenimento dello status-quo.
In conclusione, la USB, indipendentemente dalle difficoltà rilevate dall’Amministrazione nel dialogo con il MEF e la Funzione Pubblica, ritiene che tutta la materia del riassetto organizzativo e del funzionamento della D.G.C.S. debba essere oggetto di una proposta complessiva di riforma della legge 49/87 che tenga in seria considerazione le necessità di tutte le categorie di personale che prestano servizio presso la D.G.C.S. da ormai molti anni cominciando naturalmente dai problemi legati alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro (personale Esperto artt. 12 e 16 e personale comandato da altre Amministrazioni dello Stato).
Piccoli aggiustamenti di bassissimo profilo, legati a spinte particolaristiche e corporative, finirebbero per creare ulteriori problemi anziché proporre una soluzione adeguata alla situazione e al contesto che ormai richiede interventi di carattere universalistico in linea con la politica estera (e quindi la cooperazione) europea. Tali interventi non sembrano più procrastinabili.
Così facendo, ossia continuando a difendere soltanto interessi particolari, non solo si perde di vista la missione complessiva della D.G.C.S. ma se ne mette in serio rischio il suo funzionamento e la sua esistenza. Si consideri anche la situazione politica del paese, lo scenario parlamentare, le incomprensioni tra Ministri e Ministeri (così come emerso nel corso della riunione) e il quadro è completo.
La scrivente USB ribadisce le seguenti proposte:
- tenere conto delle peculiarità della D.G.C.S. all’interno del MAE (legge 49/87) per una migliore gestione del personale di cooperazione;
- costituire una “forma” di abilitazione alle funzioni di cooperazione per il personale che vi presta servizio. Tale processo potrebbe costituire un’importante premessa per la realizzazione di uno specifico ruolo di cooperazione in analogia con l’Area della promozione culturale (Legge 401/90).
Più semplicemente, sin d’ora, in considerazione delle note difficoltà che la cooperazione italiana sta attraversando, si potrebbe applicare la normativa nazionale in materia di lavori pubblici che prevede l’utilizzo di funzionari della P. A. per la gestione dei progetti. Tale esercizio è stato peraltro già positivamente sperimentato dall’Amministrazione con il ricorso a personale di ruolo MAE/D.G.C.S. e comandati da altre Amministrazioni.